Saggi critici

MATERIA PRIMA di Antonio Corbo   (Mostra personale – New York – Manhattan 14 dicembre – 3 gennaio 2019)

di John Austin

Antonio Corbo guarda il mondo attraverso una gamma di emozioni articolate in un gioco di luci, colori e forme. La sua visione, realizzata tramite smalto sovrapposto a pittura su tela, si può descrivere come strumentalità per raggiungere l’espressione. Questi stati mentali interagiscono fra di loro e sono la fonte di quelle disposizioni mentali che l’artista materializza nei suoi dipinti. E il costante cambiamento dell’intensità di queste disposizioni è alla base di quelle tensioni drammatiche presenti nei suoi dipinti. Ogni lavoro, realizzato con autocontrollo, dignità e una quantità non indifferente di poesia visuale, può essere interpretato come un’esemplificazione di trasformazione, sia psichica che spirituale.

Le immagini create da Corbo seguono la sua tecnica distintiva di applicare la vernice direttamente sulla superficie pittorica. Il dramma primario di quest’opera è l’oscillazione fra la forma che galleggia in primo piano, fatta di colori brillanti, che funge come centro del dipinto e gli schemi di energia trasparente che fungono come luogo di nascita e punto di approdo. Con questo gioco di parole (“birthing”- nascita / “berthing” – approdo) intendo far riferimento all’abilissima tecnica di composizione di Corbo con cui interrompe degli spazi con delle aree che fanno presa sull’immaginazione.

Queste aree sono molto suggestive a causa della loro ambiguità: racchiudono e circondano forme interiori mentre contemporaneamente fungono da nido per permettere l’incubazione di quelle aree interiorizzate. Così la tensione drammatica che si percepisce in questi dipinti è l’analogia che si potrebbe fare fra l’allusione interiore alla rappresentazione che sta per emergere, estranee alle circostanze esterne eppure in qualche modo legate e in forte contrasto con l’immagine base.

Nei dipinti di Corbo, le disposizioni mentali più che essere messe in opposizione una all’altra, sono piuttosto da considerarsi equivalenti o simultanee, persino mentre conservano intatte le qualità di opposizione che servono per evidenziare maggiormente l’impulso drammatico che scorre attraverso ogni opera. Qui l’atmosfera delle opere è quella di uno svelarsi armonioso piuttosto che uno scontro nel diventare vita.

La serie “Materia Prima” dimostra l’incredibile abilità dell’artista di passare dal puro astratto alla rappresentazione. La sensazione generale in questi dipinti è quella di una solennità diffusa da una brillantezza interiore. Dei mondi primordiali di ordini diversi, quelli del reale, dell’immaginario e del simbolico, apparentemente si alternano e cambiano le loro posizioni per svelare dei mondi nascosti, coperti dal velo delle illusioni che viene accantonato.

Antonio Corbo inventa forme, strutture e colori e tutto ciò diventa un metodo pittorico che riesce rapidamente a tirar fuori delle idee dalla mente dello spettatore usando contemporaneamente la forza dell’associazione di idee. Così un procedimento complesso di interazione fra il fare e il collegare, fra il suggerire e il proiettare, avviene ogni volta che l’occhio e la mente di chi guarda fanno il confronto fra le configurazioni di Corbo e i loro titoli. Queste opere, a loro volta, producono uno schema ideale che stimola l’immaginazione e i mondi complessi delle emozioni, che costringe la mente e infonde lo spirito.

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