Anni 80'-90'

Nel corso degli anni Ottanta Corbo abbandona fluidamente la trattazione dei grandi temi che hanno caratterizzato il primo ventennio di attività artistica per focalizzare l’attenzione sull’indagine del paesaggio, misurandosi nello sviluppo di tecniche compositive che, meglio di altre, potessero incarnare l’idea e la sintesi delle ricerche praticate a riguardo. Sono questi gli anni che rappresentano, parallelamente, l’epoca di un altro ciclo pittorico particolarmente caro all’artista, ovvero lo studio del nudo. La vita artistica degli anni Ottanta si caratterizza come un periodo decisamente particolareggiato in campo culturale, spesso minimizzato ma, di fatto, epoca di grandi sperimentazioni tecniche. Le ponderazioni concettuali del passato sono, in buona sostanza, confinate nella memoria e il desiderio di un ritorno alla pittura – intesa nella sua forma più tradizionale e, per questo, apparentemente più comprensibile – sembra condizionare fortemente le dinamiche proprie del rapporto artista-fruitore. Transavanguardia e Postmoderno incalzano con ritmo vivace e lo stesso Corbo pare accogliere le influenze provenienti dall’esterno. Se l’indagine sul paesaggio prosegue ostinata lungo il percorso già intrapreso, le analisi sulla figura appaiono come un unicum nella produzione complessiva dell’artista, una sorta di parentesi emotiva capace di produrre opere di dichiarato valore assoluto. Nell’osservare i nudi di Corbo, il riferimento alle opere del maestro Renato Guttuso appare scontato, tante sono le analogie compositive e tematiche: dall’uso dei materiali e dei supporti, agli atteggiamenti esistenziali dei soggetti ritratti, dalla visione erotica e travolgente al desiderio di realismo. Corbo guarda al patrimonio iconografico di Guttuso con grande deferenza, la stessa che il maestro siciliano dimostrò di provare nell’attingere dagli insegnamenti dei grandi pittori del passato. Ad ogni modo, è la natura del paesaggio la vera protagonista di questa fase creativa dell’artista, una indagine in perenne evoluzione che accompagnerà Corbo nel passaggio al nuovo decennio e che vedrà sorprendenti sviluppi negli anni a seguire. La produzione pittorica degli anni Novanta, caratterizzata da una marcata disgregazione narrativa, pare non condizionare oltre misura l’indagine portata avanti da Antonio Corbo che, con convinzione e capacità, si concentra nella elaborazione di un linguaggio pittorico esclusivo, lontano dai retaggi storici e perfettamente collocato nel suo tempo. Gli anni Novanta rappresentano per l’artista il momento in cui vale la pena di assumere una posizione ferma e decisa, distante da quell’atteggiamento artistico rigidamente ancorato alle regole del mercato e finalizzata alla costruzione di una poetica che formuli sistemi alternativi di analisi dell’immagine. L’artista, consapevole della funzione storica della pratica pittorica, concentra i suoi sforzi nella creazione di un patrimonio iconografico nuovo in cui valore estetico e atteggiamento contemplativo rappresentino le linee guida nella fruizione dell’opera d’arte.

Silvia Valente

Universo
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