Saggi critici
NELLE SUGGESTIVE ATMOSFERE DI ANTONIO CORBO IL MISTERO DEL TEMPO E DELLO SPAZIO
Nato a Campobasso, dove anche attualmente vive e lavora, Antonio Corbo è un artista di vasta esperienza e dal lungo e articolato curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa, in Cina e negli Stati Uniti d’America.
Molteplici e diversificati i suoi interessi culturali che, oltre alla pittura, si espandono anche, e con ottimi risultati, alla poesia e al teatro. Ma la pittura, soprattutto, è sempre stata la sua fedele e inseparabile compagna di viaggio e, fin dagli anni sessanta, il nostro artista non ha mai smesso di dipingere, portando avanti, con costanza e determinazione, le sue ricerche sulla forma e il colore in un fraseggio prolungato e continuo con il passato, con la nostra grande tradizione pittorica e le Avanguardie Storiche, per essere veramente e autenticamente contemporaneo, figlio del suo tempo.
Prima Espressionista e vicino al Realismo Sociale di Renato Guttuso con tematiche prettamente sociali ed esistenziali e poi convinto ed originale paesaggista portato alla sintesi e alla “essenzializzazione” degli elementi descrittivi, è infine approdato all’attuale espressione fatta prevalentemente di gesto e materia cromatica con tematiche legate alla primordialità, al mistero del cosmo e alla nascita dell’universo.
Così la figurazione sospesa e raccolta degli anni novanta è stata gradualmente sostituita da una ricerca estetica più serrata e problematica caratterizzata da pennellate decise e segni indomiti che si riversano con forza e immediatezza sulla tela eliminando ogni presunta oggettività per rivolgersi ad un immaginario variegato e complesso che vuole essere non solo ponderata riflessione sul caos primordiale, ma anche e soprattutto sforzo creativo e fantastico per dirigerlo e governarlo. Pittura, dunque, che si fa magma, materia, elemento nucleare ed energetico che muove e prende vita dal tempo e dallo spazio. Una visione pittorica, quella di Antonio Corbo, che tende sempre alla sintesi di opposte tensioni, che appare nello stesso tempo analitica ed emozionale, progettuale e decostruttiva, comunque aperta sempre, ed in ogni caso, all’intervento e alle incursioni dell’istinto e dell’imprevedibile. Le sue forme dipinte irrompono con forza da abissi profondi, da sfondi vorticosi e multicolori, da orizzonti lontani. Sono percorse da deflagrazioni di colore che delimitano e circoscrivono mondi fantascientifici e irreali, un cosmo pulsante di vita e pieno di simboli. La superficie delle opere, spesso materica e densa, lavorata e scavata con fine abilità, è letteralmente investita da incandescenze pittoriche fantastiche, si gonfia e si dilata, crea spazi profondi ed immensi, elabora suggestioni intense, cattura l’osservatore. Un senso grandioso di mistero pervade i suoi quadri e spesso, dal centro della loro superficie, dove quasi sempre si posa l’occhio di chi guarda, si dipartono vortici iridescenti, frammenti e brandelli d’immagini che vivono di luce propria, una luce proveniente dall’interno e dalla materia stessa: una materia stesa con gestualità ampia e decisa, viva e palpitante, quasi irruente.
Ultimamente, poi, Antonio Corbo torna a stupirci con una nuova produzione e/o un nuovo percorso di ricerca che, abbandonata l’intensità cromatica iniziale, sembra tutto concentrato sul monocolore e sulla delicatezza delle tinte, chiare e delicate, leggere e poetiche. Sembra quasi che l’artista, in questa fase della sua produzione pittorica, rivolga la sua attenzione non tanto e non solo allo spazio, all’esplorazione del cosmo e dei suoi infiniti spazi, ma ad altri luoghi ed altre realtà, ad altri territori ed altri universi. E allora i suoi sfondi, di solito invasi da una consistente e variopinta materia cromatica, hanno subito un profondo ed inaspettato cambiamento: il buio della notte siderale si è fatto luce piena, i fondi grumosi e accesi si sono fatti chiari e luminosi richiamando stati interiori di quiete e armonia, di pace e tranquillità. Senza dubbio Antonio Corbo ha sentito l’influenza della “Poetica Paradisiaca” proposta alla Triennale di Roma del 2014 e l’ha fatta sua trovando in essa quei valori e quei principi che già appartengono e fanno parte del suo “credo” artistico ed espressivo. Un ulteriore e significativo apporto si è così aggiunto alla sua espressione già ricca e variegata coinvolgendo lo spettatore in altri meravigliosi viaggi, in altre approfondite ricerche dentro i misteri dello spazio e dell’animo umano.
Luciano Carini